Recensione dei personaggi del grande romanzo
Don Abbondio
Il pusillanime per eccellenza e per antonomasia, incarna perfettamente l’italiano medio: prono con i potenti, spocchioso con i deboli. La sua infingardaggine è mitigata da una vena umoristica che ne fa spesso una macchietta persino simpatica.
Agnese
Vedova e madre di Lucia, prodiga di consigli spesso sbagliati, è amata come una madre anche dall’orfano Renzo. Ma penso che dopo il matrimonio si sarà rivelata una vera suocera.
Conte Attilio
Cugino e anima nera di don Rodrigo, più intelligente di lui ma ugualmente odioso. Muore di peste e don Rodrigo andando al suo funerale viene contagiato dalla malattia.
Azzeccagarbugli
Personaggio minore ma talmente azzeccato da divenire termine antonomastico per indicare il leguleio faccendone. Avvocato fintamente erudito e prono ai potenti, scarica Renzo rifiutandosi di aiutarlo. Uno dei personaggi meglio descritti e centrati del romanzo.
Bettina
Personaggio di contorno e atto a creare l’ambientazione. E’ una bimbetta che gioca nell’aia e accoglie con gioia l’arrivo di Renzo, prossimo sposo, a casa di Lucia.
Cardinal Federico Borromeo
Personaggio storico, grande teologo ed erudito (scrisse più di cento trattati, anche sulla peste a Milano). Manzoni lo descrive come buono e intelligente, modesto e autorevole, semplice e coltissimo nel contempo, elemento catartico per la conversione dell’Innominato.
Bortolo
Cugino di Renzo e come lui di professione filatore. Nasconde nella sua casa Renzo, ricercato come agitatore dalla polizia, e il Manzoni ci dice che accoglierà gli sposi nel bergamasco, offrendo loro casa e lavoro.
Padre Cristoforo
Ludovico si fece frate cappuccino dopo una giovinezza dissoluta, prendendo il nome di Cristoforo. Personaggio importante, di grande umanità e di idee aperte, egli è colui che maggiormente aiuta i due promessi sposi.
Fra Fazio
Personaggio del tutto minore e di contorno, sacrestano cappuccino laico, che non intende perciò il latino, compare come una meteora subito prima del celeberrimo “Addio ai monti”.
Don Ferrante
Marito di donna Prassede, è il prototipo dell’erudito dogmatico, dedito all’esaltazione dei filosofi del passato e all’astrologia, incapace di apprezzare i grandi fermenti scientifici, letterari e filosofici della sua epoca.
Ferrer
Gran Cancelliere spagnolo a Milano, viene chiamato a fare le veci di don Gonzalo, partito per la guerra, e si rivela molto più abile del suo superiore. Furbo e diplomatico, riesce a sedare in modo pacifico i tumulti scatenatisi per il calmiere imposto al prezzo del pane. L’ingenuo Renzo lo ammira.
Fra Galdino
Personaggio paracomico (a lui la furba Lucia regala le famose noci, per ingraziarselo) rappresenta quasi il complemento di padre Cristoforo: questo ieratico, sensibile e impegnato nella sua missione, quello operoso e dalla solida furbizia contadina.
Gertrude
In ogni romanzo che si rispetti ci vuole una donna “perduta”. Personaggio storico, la monaca di Monza tradisce Lucia, prima accogliendola nel convento, e poi consegnandola all’Innominato. Per un attimo vacilla, ma non ha la forza di riscattarsi e porta a termine il suo infame tradimento.
Gervaso
Il fratello tonto di Tonio.
Don Gonzalo
Governatore di Milano, poi rimosso per manifesta incapacità. Peggio ancora di Spinola che almeno era un buon generale, mentre Gonzalo è inetto pure nelle questioni militari.
Griso
Il capo dei Bravi, scagnozzi di don Rodrigo. Un vero lestofante e tagliagole, che non esita a tradire il suo stesso padrone malato di peste, derubandolo ma rimanendo anche lui contagiato.
Innominato
Personaggio storico, probabilmente un Visconti, è il cattivo intelligente, potentissimo e influente che dopo aver rapito Lucia per aiutare don Rodrigo, in una notte di angoscia dopo esser stato sull’orlo del suicidio si pente, grazie alle parole accorate di Lucia, e consegna la sua conversione nelle mani del cardinal Borromeo.
E’ indubbiamente insieme a Gertrude il personaggio più interessante dal punto di vista dell’approfondimento psicologico.
Lucia
La protagonista femminile quasi idealizzata dal Manzoni, che ne fa un archetipo di bellezza, purezza, religiosità, fiducia nella provvidenza, tranquillità interiore ed innocenti piccole furbizie. Nonostante il suo conformismo contadino, non si può non amarla ed apprezzarla per le sue qualità solari.
Menico
Intelligente ed impavido ragazzino dodicenne, nipote di Agnese, che sfugge per miracolo ai Bravi ed aiuta gli sposi a raggiungere fra Cristoforo. E’ un po’ il Tom Sawyer del romanzo ed avrebbe meritato di essere protagonista di un’altra novella a sé stante!
Nibbio
Uno dei Bravi, sottoposto del Griso. Ma più forte, scaltro, veloce ed abile, tant’è che passa agli ordini diretti dell’Innominato, portando a termine il rapimento di Lucia.
Perpetua
Un altro personaggio il cui nome è entrato per antonomasia nel linguaggio. Perpetua è la serva di don Abbondio, zitella ultraquarantenne, di estrazione popolare, molto pettegola ma buona, cerca di infondere un minimo di coraggio in don Abbondio, ma senza successo.
Donna Prassede
Moglie di don Ferrante, bigotta, invadente e stupidamente conformista, vuol aiutare Lucia ma fa più danni che bene. Manzoni la detesta giustamente, tant’è che quando muore di peste la liquida con questo cinico epitaffio: “Di donna Prassede, quando si dice che è morta, è detto tutto”.
Renzo
Buono ed impetuoso, intelligente ma non troppo, quando abbandona il suo ambiente contadino commette molti errori e si mette spesso nei guai. Alla fine corona il suo sogno di matrimonio, ma mi sa che la bella e furba Mondella se lo rigirerà a suo piacimento.
Don Rodrigo
Il signorotto locale, stupido, violento, orgogliosamente ottuso, s’invaghisce di Lucia. Personaggio un po’ stereotipato (sembra quasi il cattivo di un telefilm moderno) viene accompagnato dal Manzoni sino ad un’orribile morte per peste, descritta con dovizia di particolari.
Spinola
Militare prestato alla politica, è un pessimo governatore di Milano, inetto e incapace nell’affrontare la peste. Il Manzoni lo fa a fette. A lui si ispirano evidentemente gli amministratori odierni.
Tonio
Il fratello furbo (di Gervaso). E’ un brav’uomo di mezz’età, povero e con una famiglia numerosa; accetta di fare da testimone alle nozze segrete di Lucia e Renzo: tentativo che fallisce. Si ammala di peste e la nemesi della malattia lo rende scemo come il fratello, del quale bonariamente amava burlarsi.
Questa famosa corsa ciclistica, dopo alterne vicende, vedrà la lotta per la vittoria tra Lucia e Renzo.
Chi sarà il vincitore?
Qui la descrizione e tutte le tappe della mitica corsa:
Il pusillanime per eccellenza e per antonomasia, incarna perfettamente l’italiano medio: prono con i potenti, spocchioso con i deboli. La sua infingardaggine è mitigata da una vena umoristica che ne fa spesso una macchietta persino simpatica.
Agnese
Vedova e madre di Lucia, prodiga di consigli spesso sbagliati, è amata come una madre anche dall’orfano Renzo. Ma penso che dopo il matrimonio si sarà rivelata una vera suocera.
Conte Attilio
Cugino e anima nera di don Rodrigo, più intelligente di lui ma ugualmente odioso. Muore di peste e don Rodrigo andando al suo funerale viene contagiato dalla malattia.
Azzeccagarbugli
Personaggio minore ma talmente azzeccato da divenire termine antonomastico per indicare il leguleio faccendone. Avvocato fintamente erudito e prono ai potenti, scarica Renzo rifiutandosi di aiutarlo. Uno dei personaggi meglio descritti e centrati del romanzo.
Bettina
Personaggio di contorno e atto a creare l’ambientazione. E’ una bimbetta che gioca nell’aia e accoglie con gioia l’arrivo di Renzo, prossimo sposo, a casa di Lucia.
Cardinal Federico Borromeo
Personaggio storico, grande teologo ed erudito (scrisse più di cento trattati, anche sulla peste a Milano). Manzoni lo descrive come buono e intelligente, modesto e autorevole, semplice e coltissimo nel contempo, elemento catartico per la conversione dell’Innominato.
Bortolo
Cugino di Renzo e come lui di professione filatore. Nasconde nella sua casa Renzo, ricercato come agitatore dalla polizia, e il Manzoni ci dice che accoglierà gli sposi nel bergamasco, offrendo loro casa e lavoro.
Padre Cristoforo
Ludovico si fece frate cappuccino dopo una giovinezza dissoluta, prendendo il nome di Cristoforo. Personaggio importante, di grande umanità e di idee aperte, egli è colui che maggiormente aiuta i due promessi sposi.
Fra Fazio
Personaggio del tutto minore e di contorno, sacrestano cappuccino laico, che non intende perciò il latino, compare come una meteora subito prima del celeberrimo “Addio ai monti”.
Don Ferrante
Marito di donna Prassede, è il prototipo dell’erudito dogmatico, dedito all’esaltazione dei filosofi del passato e all’astrologia, incapace di apprezzare i grandi fermenti scientifici, letterari e filosofici della sua epoca.
Ferrer
Gran Cancelliere spagnolo a Milano, viene chiamato a fare le veci di don Gonzalo, partito per la guerra, e si rivela molto più abile del suo superiore. Furbo e diplomatico, riesce a sedare in modo pacifico i tumulti scatenatisi per il calmiere imposto al prezzo del pane. L’ingenuo Renzo lo ammira.
Fra Galdino
Personaggio paracomico (a lui la furba Lucia regala le famose noci, per ingraziarselo) rappresenta quasi il complemento di padre Cristoforo: questo ieratico, sensibile e impegnato nella sua missione, quello operoso e dalla solida furbizia contadina.
Gertrude
In ogni romanzo che si rispetti ci vuole una donna “perduta”. Personaggio storico, la monaca di Monza tradisce Lucia, prima accogliendola nel convento, e poi consegnandola all’Innominato. Per un attimo vacilla, ma non ha la forza di riscattarsi e porta a termine il suo infame tradimento.
Gervaso
Il fratello tonto di Tonio.
Don Gonzalo
Governatore di Milano, poi rimosso per manifesta incapacità. Peggio ancora di Spinola che almeno era un buon generale, mentre Gonzalo è inetto pure nelle questioni militari.
Griso
Il capo dei Bravi, scagnozzi di don Rodrigo. Un vero lestofante e tagliagole, che non esita a tradire il suo stesso padrone malato di peste, derubandolo ma rimanendo anche lui contagiato.
Innominato
Personaggio storico, probabilmente un Visconti, è il cattivo intelligente, potentissimo e influente che dopo aver rapito Lucia per aiutare don Rodrigo, in una notte di angoscia dopo esser stato sull’orlo del suicidio si pente, grazie alle parole accorate di Lucia, e consegna la sua conversione nelle mani del cardinal Borromeo.
E’ indubbiamente insieme a Gertrude il personaggio più interessante dal punto di vista dell’approfondimento psicologico.
Lucia
La protagonista femminile quasi idealizzata dal Manzoni, che ne fa un archetipo di bellezza, purezza, religiosità, fiducia nella provvidenza, tranquillità interiore ed innocenti piccole furbizie. Nonostante il suo conformismo contadino, non si può non amarla ed apprezzarla per le sue qualità solari.
Menico
Intelligente ed impavido ragazzino dodicenne, nipote di Agnese, che sfugge per miracolo ai Bravi ed aiuta gli sposi a raggiungere fra Cristoforo. E’ un po’ il Tom Sawyer del romanzo ed avrebbe meritato di essere protagonista di un’altra novella a sé stante!
Nibbio
Uno dei Bravi, sottoposto del Griso. Ma più forte, scaltro, veloce ed abile, tant’è che passa agli ordini diretti dell’Innominato, portando a termine il rapimento di Lucia.
Perpetua
Un altro personaggio il cui nome è entrato per antonomasia nel linguaggio. Perpetua è la serva di don Abbondio, zitella ultraquarantenne, di estrazione popolare, molto pettegola ma buona, cerca di infondere un minimo di coraggio in don Abbondio, ma senza successo.
Donna Prassede
Moglie di don Ferrante, bigotta, invadente e stupidamente conformista, vuol aiutare Lucia ma fa più danni che bene. Manzoni la detesta giustamente, tant’è che quando muore di peste la liquida con questo cinico epitaffio: “Di donna Prassede, quando si dice che è morta, è detto tutto”.
Renzo
Buono ed impetuoso, intelligente ma non troppo, quando abbandona il suo ambiente contadino commette molti errori e si mette spesso nei guai. Alla fine corona il suo sogno di matrimonio, ma mi sa che la bella e furba Mondella se lo rigirerà a suo piacimento.
Don Rodrigo
Il signorotto locale, stupido, violento, orgogliosamente ottuso, s’invaghisce di Lucia. Personaggio un po’ stereotipato (sembra quasi il cattivo di un telefilm moderno) viene accompagnato dal Manzoni sino ad un’orribile morte per peste, descritta con dovizia di particolari.
Spinola
Militare prestato alla politica, è un pessimo governatore di Milano, inetto e incapace nell’affrontare la peste. Il Manzoni lo fa a fette. A lui si ispirano evidentemente gli amministratori odierni.
Tonio
Il fratello furbo (di Gervaso). E’ un brav’uomo di mezz’età, povero e con una famiglia numerosa; accetta di fare da testimone alle nozze segrete di Lucia e Renzo: tentativo che fallisce. Si ammala di peste e la nemesi della malattia lo rende scemo come il fratello, del quale bonariamente amava burlarsi.
Giro d'Italia dei Promessi Sposi
Questa famosa corsa ciclistica, dopo alterne vicende, vedrà la lotta per la vittoria tra Lucia e Renzo.
Chi sarà il vincitore?
Qui la descrizione e tutte le tappe della mitica corsa: